La Grande guerra

CadutiFra l’estate del 1914 e l’autunno del 1918 le maggiori potenze europee si affrontarono in una guerra sanguinosa.

A causa delle loro rivalità e dei loro possedimenti coloniali extra-europei, la guerra divenne presto mondiale. Fu un conflitto sino ad allora mai visto.

Per questo fu chiamato "la Grande guerra".
L’Italia liberale partecipò militarmente ai combattimenti a partire dal 24 maggio 1915.

La Grande guerra, combattuta con eserciti di massa espressione di società industriali, sfociò in una morte di massa. Le statistiche disponibili, largamente imperfette, di norma per difetto, parlano di milioni di morti: prevalentemente – ma non esclusivamente, perché anche i civili ne patirono – morti di soldati. Il dato ufficiale dei morti militari italiani in guerra parla di seicentocinquantamila vite perse. Ad esse si aggiunsero i feriti, i mutilati, le vedove, gli orfani…: la statistica del dolore è ampia.

Per i soldati, per i marinai, per gli avieri, per i militari la morte in guerra era, ed è, messa in conto.

I militari devono uccidere e possono essere uccisi. Indipendentemente dalle ragioni e dagli scopi della guerra: che variano dalla guerra di difesa alla guerra di aggressione. Nel caso della guerra italiana gli interpreti e gli storici – a seconda del periodo storico in cui hanno operato e del loro orientamento – hanno definito il primo conflitto mondiale l’ultima guerra d’indipendenza, una guerra nazionale, ‘un’inutile strage’, una guerra imperialista, una guerra totale.

Questo sito si concentra su un particolare di quel conflitto: i morti militari.